Programma di Storia Della Filosofia Contemporanea A:

 

Comprendere l’esperienza. Mod. A:

Kant e McDowell sulla relazione tra le capacità concettuali e l’esperienza.

A partire dalla tesi di D. Davidson che "niente può contare come una ragione per avere una credenza, tranne un’altra credenza" e dalla concezione kantiana che le nostre intuizioni empiriche sono configurazioni categoriali della ricettività, J. McDowell sostiene che "la reattività alle ragioni in quanto tali" e le capacità concettuali sono all’opera non solo nel ragionamento (inferenziale), ma anche nell'esperienza percettiva. Se quest’ultima è un’attualizzazione delle capacità concettuali nella sensibilità, diviene possibile pensare una terza via tra l'empirismo tradizionale, che presuppone una datità "mitica", e un coerentismo "razionalista", che non riconosce al mondo una posizione soddisfacente tra le credenziali della conoscenza empirica. Ciò coincide largamente con dottrine fondamentali di Kant, ma McDowell (come Hegel) non è soddisfatto della concezione kantiana della sensibilità, che afferma la sua indipendenza dalla ragione e sembra essere fondata sulla mera soggettività, sulla riflessione applicata al fatto contingente del modo di essere della nostra sensibilità. Pensiamo che tali critiche non siano giustificate e, soprattutto, che la teoria di Kant potrebbe essere usata per precisare l’idea di McDowell che le capacità concettuali sono attualizzate, ma non esercitate attivamente nell'esperienza percettiva.

 

Testi per l’esame:

Immanuel Kant, Critica della ragion pura, edizione Adelphi o Bompiani, i capitoli seguenti: «Prefazione», «Prefazione alla seconda edizione», «Introduzione», «Sulla deduzione dei concetti puri dell’intelletto»

John McDowell, Mente e mondo, Einaudi

Letture introduttive e di commento saranno indicate durante le lezioni.

Si ricorda che prima di sostenere l'esame orale occorre avere superato il test scritto sulla storia della filosofia che avrà luogo a maggio e a dicembre